lunedì 12 giugno 2017

Basket donne - Matteiplast promossa in A1. Ennesimo capolavoro del Civ


In attesa che Virtus e Trieste diano inizio alle danze, Basket City impazzisce e folleggia per le "terribili" ragazze della Matteiplast, promosse sabato sera in Serie A1. Sul parquet del Cierrebi (che rimarrà, ha spergiurato l'Assessore allo Sport Lepore, simbolica e inespugnabile roccaforte della pallacanestro femminile bolognese) scene di delirio collettivo come mai si erano viste. Unico a mantenere uno stato di calma apparente, incastonato nel suo radioso baffo sornione e sintonizzato sulle sue amate frequenze "solitarie", il presidentissimo Gianfranco Civolani, per tutti "il Civ", a pieno titolo nella Hall of Fame del giornalismo sportivo petroniano, e da oltre mezzo secolo appassionato, coraggioso e irrefrenabile dirigente di basket femminile. Onore alle ragazze, all'impegno del "signor Matteiplast" (Stefano Mangherini), al contributo dei vari tecnici che si sono alternati in panchina (da Andreoli alla coppia "deb" Roveri-Cotti, senza contare che Seletti aveva addirittura rinunciato prima del via), ma senza il Civ sarebbe stata tutta un'altra storia. Dove invece qui c'è tanto da guardare e imparare. In uno sport sempre più asservito a strutture costose e pletoriche e a ingaggi fuori da ogni logica "umana", ecco l'esempio di chi ben conosce la sofferta ma ingegnosa arte dell'arrangiarsi, condita di idee e valori non negoziabili, di programmi oculati, di scelte mai banali, di conoscenze e competenze invidiabili, ma soprattutto di perseverante "presenza" sul campo. Tutte le sere in palestra. Tutte le sere una parola, una battuta, un buffetto. Tutte le sere un occhio vigile e al tempo stesso premuroso. Tutte le sere bastone e carota. Tutte le sere tanto... Civ. Padre e padrone che non ama intermediari, che dice quel che pensa in modo diretto, senza tanti giri di parole, scomodo solo per chi non apprezza lealtà e onestà intellettuale. Uomo, giornalista e dirigente che appartiene a tutti ma che non pretende di essere per tutti. Andassero a lezione da lui, certi trapezisti che siedono sugli alti scranni di Federazioni e Leghe. Andassero a lezione da lui, certi professionisti dell'opinione paraculata al soldo delle lobby. Andassero a lezione da lui, certi professorini logorati da un potere che inseguono ma non sempre hanno. Lui che odia eccessi dialettici e virtuosismi lessicali. Che si rifiuta di stampicchiare sulla tastiera del computer e si ostina a dettare "a braccio". Lui che a pranzo e a cena, ben che vada, sbuccia una mela e beve un cappuccino. Straordinariamente eccezionale nella sua unicità. E poi dicono che nello sport non abbiamo dirigenti capaci... Prego, citofonare Civ.   

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