mercoledì 11 gennaio 2017

Ezio ora puoi (finalmente) riposare in pace


Tanta commozione durante i funerali di Ezio Pascutti che si sono svolti ieri pomeriggio nella Cattedrale di San Pietro, officiati da Monsignor Ernesto Vecchi, Vescovo ausuliare emerito. Commozione sincera, negli occhi della gente comune e dei tanti tifosi. Specie quelli con i capelli ormai radi e argentati. Dolore autentico anche in qualche vecchio amico, compagno di squadra o ex giocatore del Bologna: quelli che non hanno mai mancato di andarlo a trovare o di fargli una telefonata e non solo nelle ultime settimane di vita. Amore vero, affetto profondo.

Retorica e smodatamente lacrimosa, invece, la commozione della stampa e di qualche addetto ai lavori. Un fiume di parole che, in diretta, si è trasformato talvolta in presuntuosa esibizione personale di cultura calcistica e di conoscenza statistica: in nome di Ezio, anziché tratteggiarne il carattere (grandioso e generoso nella sua semplice e verace spigolosità) e le indiscutibili peculiarità balistiche, si è gareggiato in uno sfoggio di cifre, aneddoti, giudizi e paragoni tutti tesi a chi la “sparava” più grossa. Trascurando (volutamente) di dire che in fondo, su Pascutti, l'oblio era sceso da tempo. E che la sua morte “mediatica” si era già consumata nel più completo disinteresse di chi pure, della memoria, dovrebbe fare uno dei capisaldi della propria professione.

Caro Ezio, spente le telecamere e chiusi i taccuini, adesso puoi finalmente riposare in pace!
Anche se mi è difficile immaginarti con le mani in mano in mezzo all'allegra combriccola. Figurati, tu, Giacomo, Helmut, Harald, chissà cosa mi combinate lassù. Cazziati bonariamente dal commendator Dall'Ara. Macché lacrime, solo belle e “grasse" risate. Alla bolognese.
      

Nessun commento:

Posta un commento