mercoledì 4 gennaio 2017

Una voce fra le tante. Libera e imparziale

Poche parole di presentazione. La domanda è: se ne sente il bisogno?
Si sente davvero il bisogno dell'ennesima voce che va inserirsi fra le tante (quotidiani, magazine, radio, tivù, siti ufficiali e non, social vari e via discorrendo) che parlano 24/24, sette giorni su sette, del Bologna, della Virtus, della Fortitudo e, più in generale, dello sport giocato e praticato sotto le Due Torri?
La risposta la darà chi avrà la bontà di seguirmi. Di seguire un giornalista “fuori” dal solito coro di mestieranti che da trent'anni e passa ha in mano l'informazione sportiva bolognese. Voci immutabili nel tempo, invasive e persuasive. Che vivono del loro ego («Sono, dunque profetizzo») e, nella stragrande maggioranza dei casi, di una solida forza “marchettara” (leggi sponsor personali che permettono a questi soggetti di comprarsi i palcoscenici su cui poi recitare: la regola ormai è “pago per parlare” e non “mi pagano per parlare”) che li rende tanti “prezzemolini” presenti in più piatti (cambia il nome, il format e il mezzo di comunicazione, ma l'opinionista è sempre lo stesso). Non che all'orizzonte non si intravveda qualche giovane cronista di prospettiva, anche se il sempre più precario e malpagato mondo della stampa getta nella mischia chiunque abbia la forza di reggere un microfono e di pigiare (talvolta a vanvera) qualche tasto sul computer e sul tablet, con esiti spesso imbarazzanti sotto il profilo della professionalità e dell'attendibilità. Però sono ancora i matusa a farla da padroni e l'acqua si sta facendo stagnante.
E allora, tu che critichi tanto, cosa proponi? Ecco, intanto non prometto verità assolute, visto che di “oracoli” ce ne sono fin troppi (e i più pericolosi, fateci caso, sono proprio quelli che danno dell'oracolo al collega della consolle accanto, televisiva o radiofonica che sia, solo perché invidiosi del suo successo mediatico). Sul tavolo (pardon, sulla tastiera...), metterò “solo” la mia trentennale esperienza professionale, iniziata alla fine degli Anni 80 con la cosiddetta gavetta (dice niente questa parolina?), mangiando tanta polvere e prendendo tanti “scopaccioni” da parte di chi mi ha insegnato il mestiere, e proseguita per quasi un quarto di secolo al Guerin Sportivo, storica testata (105 anni di vita appena compiuti) che un'insana follia ha di recente ridotto a “mascherato” magazine del Corsport, redattore in quella che è stata innanzitutto grande palestra di vita, nella quale ho toccato con mano miserie e nobiltà di questo che, al di là di tutto e di tutti (vedi certi puffaroli, fra editori e direttori), resta uno splendido mestiere.
BOLOGNA SPORT TIME sarà voce “libera e imparziale”, senza che necessariamente ci si debba trovare d'accordo con quello che diremo, analizzeremo e proporremo. Sport a 360° gradi, dunque spazio al calcio (giovani e dilettanti compresi) ma non solo. E porte aperte a federazioni, società, istituzioni, dirigenti che abbiano voglia di ragionare “di” sport e “sullo” sport. Senza negarci la possibilità, presto o tardi che sia, di arrivare magari a esportare il marchio in tivù, o meglio ancora, in radio. Non per smania di grandezza, bensì per ampliare la platea e quindi il confronto.
Strada facendo, se avrete la bontà di seguirci, vedrete...
Gianluca Grassi

Nessun commento:

Posta un commento