Poche parole di
presentazione. La domanda è: se ne sente il bisogno?
Si sente davvero il
bisogno dell'ennesima voce che va inserirsi fra le tante (quotidiani,
magazine, radio, tivù, siti ufficiali e non, social vari e via
discorrendo) che parlano 24/24, sette giorni su sette, del Bologna,
della Virtus, della Fortitudo e, più in generale, dello sport
giocato e praticato sotto le Due Torri?
La risposta la darà chi
avrà la bontà di seguirmi. Di seguire un giornalista “fuori”
dal solito coro di mestieranti che da trent'anni e passa ha in mano
l'informazione sportiva bolognese. Voci immutabili nel tempo,
invasive e persuasive. Che vivono del loro ego («Sono,
dunque profetizzo»)
e, nella stragrande maggioranza dei casi, di una solida forza
“marchettara” (leggi sponsor personali che permettono a questi
soggetti di comprarsi i palcoscenici su cui poi recitare: la regola
ormai è “pago per parlare” e non “mi pagano per parlare”)
che li rende tanti “prezzemolini” presenti in più piatti (cambia
il nome, il format e il mezzo di comunicazione, ma l'opinionista è
sempre lo stesso). Non che all'orizzonte non si intravveda qualche
giovane cronista di prospettiva, anche se il sempre più precario e
malpagato mondo della stampa getta nella mischia chiunque abbia la
forza di reggere un microfono e di pigiare (talvolta a vanvera)
qualche tasto sul computer e sul tablet, con esiti spesso
imbarazzanti sotto il profilo della professionalità e
dell'attendibilità. Però sono ancora i matusa a farla da padroni e
l'acqua si sta facendo stagnante.
E allora, tu che critichi
tanto, cosa proponi? Ecco, intanto non prometto verità assolute,
visto che di “oracoli” ce ne sono fin troppi (e i più
pericolosi, fateci caso, sono proprio quelli che danno dell'oracolo
al collega della consolle accanto, televisiva o radiofonica che sia,
solo perché invidiosi del suo successo mediatico). Sul tavolo
(pardon, sulla tastiera...), metterò “solo” la mia trentennale
esperienza professionale, iniziata alla fine degli Anni 80 con la
cosiddetta gavetta (dice niente questa parolina?), mangiando tanta
polvere e prendendo tanti “scopaccioni” da parte di chi mi ha
insegnato il mestiere, e proseguita per quasi un quarto di secolo al
Guerin Sportivo, storica testata (105 anni di vita appena compiuti)
che un'insana follia ha di recente ridotto a “mascherato”
magazine del Corsport, redattore in quella che è stata innanzitutto
grande palestra di vita, nella quale ho toccato con mano miserie e
nobiltà di questo che, al di là di tutto e di tutti (vedi certi
puffaroli, fra editori e direttori), resta uno splendido mestiere.
BOLOGNA SPORT TIME sarà
voce “libera e imparziale”, senza che necessariamente ci si debba
trovare d'accordo con quello che diremo, analizzeremo e proporremo.
Sport a 360° gradi, dunque spazio al calcio (giovani e dilettanti
compresi) ma non solo. E porte aperte a federazioni, società,
istituzioni, dirigenti che abbiano voglia di ragionare “di” sport
e “sullo” sport. Senza negarci la possibilità, presto o tardi
che sia, di arrivare magari a esportare il marchio in tivù, o meglio
ancora, in radio. Non per smania di grandezza, bensì per ampliare la
platea e quindi il confronto.
Strada facendo, se avrete
la bontà di seguirci, vedrete...
Gianluca
Grassi
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