venerdì 15 dicembre 2017

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione di Sasso Marconi-Mezzolara

 
IL PUNTO

Derby-salvezza per chiudere in... bellezza

Inutile girarci attorno. All'ultima giornata del girone di andata il Sasso sperava di arrivare in modo diverso. E non tanto per i 20 punti fin qui raccolti, che per una matricola della categoria possono perfino rappresentare un bottino discreto (anche se resta la consapevolezza di aver perso in più di una occasione la possibilità di tracciare una classifica ancora più tranquilizzante), quanto piuttosto per l'atteggiamento un tantino remissivo della squadra nella seconda parte del girone: una sola vittoria nelle ultime dieci gare (contro la Colligiana), 7 punti in tutto a fronte dei 13 collezionati nelle prime otto partite. Nulla è perso, sia chiaro, specie in una campionato che da sempre entra nella sua fase decisiva da gennaio in poi. Però è indubbio che l'incoraggiante inizio, accompagnato da tratti di forte personalità, non lasciava presagire il calo che l'ha invece seguito. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Lo scotto da pagare alla nuova realtà e l'inevitabile rodaggio che ne è scaturito sono serviti al tecnico e alla società per avere le idee più chiare sul reale valore dell'organico e per capire dove intervenire per cercare di migliorarlo. In sede di mercato qualcosa si è già fatto e qualcos'altro si farà nell'intento di rafforzare e rendere ancora più equilibrata una squadra che ha comunque dimostrato di meritare il palcoscenico della Serie D.
Il derby con il Mezzolara è chiusura d'anno solare decisamente delicata: da una parte, i gialloblù sono consapevoli che girare a quota 23 significherebbe mettere una solida pietra angolare nella costruzione della salvezza; dall'altra, un Mezzolara che, pur tra mille difficoltà, attraversate anche dal cambio di allenatore, ha dato qualche segnale di vita e l'eventuale bottino pieno al Carbonchi (guardando pure agli impegni proibitivi di Colligiana e Sansepolcro) vorrebbe dire per i biancazzurri agganciare quantomeno il treno dei playout. Dunque match da brividi (e non solo per il freddo...), molto aperto, dove un pareggio finirebbe per scontentare tutti. Su entrambi i fronti, sotto osservazione i reparti offensivi, vista la cronica difficoltà a inquadrare la porta avversaria: e qui, il valore aggiunto dell'esperienza potrebbe davvero fare la differenza a favore del Sasso Marconi.
Allargando la disamina al campionato in generale, la sensazione è che la rosa delle pretendenti alla promozione si sia ristretta a tre squadre: Fiorenzuola (difesa ermetica), Rimini (ambiente “elettrico”, un tantino sopra le righe, ma attacco che fa paura) e Imolese (cifra tecnica complessiva da categoria superiore). Il Villabiagio (non ha mezze misure: o vince o perde) resta una pericolosa mina vagante, mentre Montevarchi e Sangiovannese hanno rendimento troppo altalentante e la cura-Benuzzi, benché abbia già cominciato a produrre qualche effetto sul malconcio Forlì, deve fare i conti con un gap (-13 dalla vetta) che rende assai complicata la rimonta.
Ma intanto godiamoci questo derby, gustoso antipasto della partitissima di domani al Dall'Ara fra Bologna e Juventus. Bottiglie in ghiaccio, miccia accesa: forza ragazzi, vogliamo un fine d'anno col botto!

L'AVVERSARIO – MEZZOLARA

Società che sa navigare anche in acque agitate

Da piccola realtà con storia relativamente recente, visto che l'anno di fondazione risale “appena” al 1965 e che per quasi 15 anni l'attività svolta si è limitata esclusivamente alla sfera amatoriale, il Mezzolara ha rappresentato invece dall'inizio del nuovo secolo uno dei club più titolati del calcio bolognese, grazie anche alla straordinaria passione del compianto presidentissimo Pietro Zucchini: nel 2000 la prima storica promozione in Serie D, dove ha militato ininterrottamente fino ad oggi, con la sola eccezione del campionato 2003-2004, disputato in Eccellenza per precisa scelta della dirigenza budriese. Un'attività accompagnata sempre da un occhio di riguardo per il settore giovanile, curato con meticolosa dedizione e fiore all'occhiello della provincia nord-est. Dal 2010 al 2015, inutile negarlo, la storia del Mezzolara è stata segnata in modo profondo dalla presenza in campo di Fabio Bazzani, leader indiscusso e lusso assoluto per la categoria, dove è sceso con grande determinazione e totale disponibilità per una scelta di vita legata al matrimonio con la showgirl Alessia Merz: nel Mezzolara Bazzani ha realizzato 50 reti in 122 presenze, chiudendo qui la carriera di giocatore e sempre qui iniziando nel 2015-16 quella di allenatore; attualmente, è vice di Serse Cosmi ad Ascoli in B.
Quest'anno, complice un forte ridimensionamento del budget, la società ha puntato ancora di più su una rosa giovane e tutta da valorizzare, ma l'ingresso in panchina di Francesco Passiatore (lunga carriera da attaccante fra C1 e C2) non ha prodotto inizialmente i frutti sperati: appena 3 punti (per altrettanti pareggi) nelle prime sette giornate e il tecnico è stato messo da parte, con incarico assunto prima dal preparatore dei portieri Busi e quindi da Christian Ferrante (nella foto), ex portiere, allenatore laureato in scienze motorie, tuttora docente presso la Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie di Bologna. con lunga esperienza nei professionisti (da preparatore atletico e dei portieri) fra Lazio, Bologna, Fiorentina, Modena e Salernitana. Con Ferrante la squadra ha preso coraggio e si è disposta meglio in campo, conquistando due vittorie (entrambe in trasferta, contro Trestina e Castelvetro) e quattro pareggi (prestigioso quello casalingo contro il capolista Fiorenzuola), giocandosela sempre contro tutti (fatta eccezione per l'1-4 rimediato a Rimini), ma spesso è stata punita da errori individuali e di reparto che hanno confermato una congenita fragilità strutturale. Il diesse Calzolari è già intervenuto sul mercato riportando a casa (da Sestri Levante, via Imolese) Francesco Bolelli, il centrocampista mancino di gamba che mancava, e l'attaccante di origine albanese Rivolino Gavoci, 26 anni, ex Imolese, prima punta chiamata a dare peso e sostanza a una prima linea un po' leggera , con 15 reti realizzate finora fra i peggiori attacchi del girone. Meritano una citazione il centrale Andrea Bagnai, scuola Fiorentina, e l'efficace esterno destro (alto o basso, fa poca differenza) Federico Melli, forte di trascorsi giovanili nel Bologna e nella Spal. 
 

LA ROSA DEL MEZZOLARA
Portieri: Gianmarco Celeste (1996), Filippo Giannelli (1995), Matteo Malagoli (1995).
Difensori: Andrea Bagnai (1992), Chmangui Said (1996), Davide Dongellini (1998), Gabriele Grandini (2000), Lorenzo Melli (1995), Arian Mrsulja (1998), Andrea Pappaianni (1993), Alex Pelliconi (1999), Luca Menini (1997).
Centrocampisti: Francesco Bolelli (1998), Francesco Menarini (1997), Giovanni Mezzetti (1995), Andrea Mutti (2000), Niccolò Rigon (1999), Romulo Togni (1982), Francesco Tomatis (1997), Alessandro Faiola (1998).
Attaccanti: Rivolino Gavoci (1991), Enrico Raspadori (1997), Emmanuele Tedesco (1998), Christian Tommasini (1998), Carmine De Stefano (1992).

sabato 2 dicembre 2017

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione del derby Sasso Marconi-Imolese

Nella foto, Luigi Della Rocca (Sasso Marconi) in azione contro la Pianese.

IL PUNTO

Il Sasso vuole farsi un bel regalo di Natale

Tre giornate al termine del girone di andata, con un calendario decisamente stimolante che propone i due attesi derby casalinghi (Imolese e Mezzolara) separati dalla trasferta contro il Romagna Centro. In vista del Natale, un menù che potrebbe rivelarsi brodo grasso per insaporire e rendere ancora più gustosa la classifica dei gialloblù, finora in linea (e forse un pizzico oltre) con le attese d'inizio stagione. Mai dimenticare infatti che il Sasso Marconi ha affrontato lo storico debutto nel campionato di Serie D con la consapevolezza di essere una squadra “work in progress”, da plasmare con pazienza e testare un passo alla volta, sapendo di avere fra le mani un gruppo dalle potenzialità buone ma ancora tutte da esplorare in questa categoria, a parte i tre o quattro riferimenti di esperienza. E mai dimenticare che, per precisa filosofia societaria, si è scelto di conservare, nel budget e nell'organizzazione, uno status prettamente dilettantistico, ad esempio con allenamenti programmati alla sera per venire incontro alle esigenze lavorative del mister e di alcuni giocatori. Ecco, un discorso completamente opposto a quello dell'Imolese, di cui parliamo a parte, e di molte altre squadre che occupano le prime piazze (Fiorenzuola, Rimini, Montevarchi, Sangiovannese, Forlì, Lentigione), forti di tradizioni e ambizioni da autentici club professionistici.
Sasso che cresce. Non solo per i quattro punti raccolti nelle ultime due gare (molto importante, per aumentare l'autostima, il pareggio di Lentigione), per di più mantenendo inviolata la porta di Monari (migliorando decisamente la media dei gol subiti), ma soprattutto per l'equilibrio raggiunto dai gialloblù, solidi e concentrati in difesa (dove giganteggia un imperioso Boccaccini) e comunque pronti a non farsi scappare l'occasione giusta per colpire in avanti, confortati anche dal primo gol di Gigi Della Rocca che va al di là del semplice valore statistico, evidenziando una forma ormai ritrovata che da qui in avanti siamo sicuri si rivelerà “fattore” determinante, se non addirittura decisivo. Inoltre, fa piacere constatare il rapido ambientamento dei giovani, da Tonelli a Piccardi, da Monari a Gyimah, da Iysa a Hinek, e il forte senso di appartenenza di chi, a Sasso, è di casa da sempre, vedi Longhi e Minelli. Quanto all'Imolese, indicata fra le più autorevoli pretendenti alla promozione, è sì avversaria da temere (ha cifra tecnica “illegale” in D) ma che può essere messa in difficoltà approfittando dei (non rari) momenti in cui tende a specchiarsi e a giocare con una certa sufficienza. Mancherà capitan Noselli (squalificato), assenza che non può passare inosservata, e qualche altro giocatore è uscito acciaccato dalla trasferta di Lentigione, ma mister Moscariello e la sua band sapranno fare di necessità virtù. Dai Sasso, facciamoci un bel regalo di Natale!

L'AVVERSARIO – IMOLESE

Nati per vincere, rossoblù sotto pressione

A due anni dalla festa del Centenario (la fondazione risale al 1919), l'Imolese prosegue a passo spedito nel progetto di crescita iniziato quattro anni fa, all'indomani del playoff di Eccellenza vinto sotto la guida tecnica di Franco Farneti, grazie alla dinamica e pretenziosa gestione del presidente Lorenzo Spagnoli, che smessi gli abiti del calciatore (ex capitano rossoblù ma in campo pure nel Cervia che spopolò in tv grazie al reality “Campioni”) sta dimostrandosi anche eccellente dirigente, con passione e competenze in grado di coinvolgere una città da sempre “concentrata” , affettivamente ed economicamente, sui motori: non è un caso che lo stadio “Romeo Galli”, piccolo gioiellino dalla capienza di 3.500 posti, sorga all'interno dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari, a pochi passi dalla pit lane. Imolese che ha toccato il suo massimo splendore calcistico prima a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (in Serie C dal 1940 al 1949: piccola curiosità, nell'ultimo anno di Terza Serie sedeva in panchina Amadeo Biavati, ala destra del Grande Bologna, con cui ha vinto quattro scudetti, campione del mondo con la Nazionale nel 1938, celebre per il suo “doppio passo”) e poi agli inizi del Duemila (in C2 dal 1999 al 2005, quando venne esclusa per irregolarità nel bilancio e costretta a ripartire dall'Eccellenza). 
Smaltita la cocente delusione della passata stagione, quando un pessimo scorcio finale di campionato, dopo essere stati a lungo protagonisti, relegò i rossoblù al secondo posto (dietro il Ravenna), la società è ripartita con rinnovate ambizioni, protagonista di un mercato in cui non si è badato a spese pur di arrivare a giocatori di spessore quali Franchini, Titone (nella foto a sinistra), Belcastro, Valentini (30enne figlio d'arte: papà Gabriele, ex centrocampista del Cesena Anni 70-80, è tuttora direttore generale del club bianconero), Checchi, per continuare con il “colpo” Garics (per il quale però voci insistenti dicono che la dirigenza stia studiando una “dignitosa” exit strategy) e finire con i recentissimi innesti del portiere Rossi (protagonista in C nel Bassano), del difensore Boccardi (gradito ritorno per l'ex scuola Fiorentina) e del regista Federico Carraro, svincolatosi dal Modena fallito.
La partenza è stata però delle più burrascose, con esonero dell'allenatore (Emanuele Filippini, oltre 200 presenze in A con Brescia, Parma, Lazio, Treviso e Livorno, a Bologna in B nel 2006-2007) ancora prima dell'inizio del campionato e subentro in corsa di Massimo Gadda. “Trauma” che la squadra ha faticato a metabolizzare (due sconfitte nelle prime tre giornate), ma poi alla lunga i valori dell'Imolese sono venuti fuori, specie davanti (secondo miglior attacco del girone), dove il confermatissimo Gustavo Ferretti (El Rulo, il riccio, autore di 6 reti) ha trovato in Belcastro (7 centri, mina vagante sulla trequarti), nelle improvvise accelerazioni di Titone (3 gol) e negli inserimenti del “tuttocampista” Valentini, preziosi alleati. Ma proprio la pressione del dover “vincere a tutti i costi” potrebbe giocare brutti scherzi alla formazione imolese.


LA ROSA DELL'IMOLESE
Portieri: Gia Maria Rossi (1986), Edoardo Mastropietro (1997).
Difensori: Luigi Graziano (2000), Filippo Boccardi (1997), Lorenzo Checchi (1991), Andrea Torta (1989), Gyorgy Garics (1984), Pietro Guatieri (1998), Santiago Ferretti (1995), Pierluigi Montanaro (1999), Alessandro Garattoni (1998), Antonio Boccadamo (1999).
Centrocampisti: Giorgio Galanti (2000), Filippo Pellacani (1998), Michele Valentini (1986), Alessandro Miotto (1998), Nicolò Scalini (1995), Matteo Salvatori (1999), Federico Carraro (1992), Luca Belcastro (1991), Davide Borrelli (1985).
Attaccanti: Raffaele Franchini (1984), Mario Titone (1988), Marco Tattini (1990), Gustavo Ferretti (1984), Rivolino Gavoci (1991).

venerdì 17 novembre 2017

Violenza sui campi, due pesi e due misure


Chi da qualche tempo ha la bontà di seguirmi su questo blog (un numero crescente, constato con piacere) e sa quanto mi stiano a cuore le diverse declinature dell'attività calcistica giovanile, avrà capito che amo parlare e vederci chiaro, evitando le ipocrisie di quel velenoso doppiopesismo giornalistico che fa sì che si parli solo di certe cose e non di altre ugualmente meritevoli di attenzione.
Lasciando per un momento perdere la "tragedia" dell'eliminazione dal Mondiale dell'Italia (qui, in fatto di ipocrisie e doppiopesismo siamo arrivati a percetuali da record, ma prometto con calma di tornarci sopra...), come tutti (purtroppo) sanno è stata la settimana del "fattaccio" di Marzabotto (saluto romano e maglietta provocatoria esibite da un giocatore del Futa 65 dopo il gol che ha deciso la partita) che ha avuto ampia e circostanziata eco mediatica nazionale. E anche qui prendo tempo: perché mi giunge voce di accertamenti e constatazioni che potrebbero un pochettino mutare il (comunque deplorevole e inaccettabile, senza ma e senza se) quadro che ci è stato dipinto.

Non voglio invece far passare sotto silenzio l'ennesimo "bollettino di guerra" pubblicato ieri sul sito della Figc di Bologna. Lo devo, innanzitutto, a due società, Boca e Barca, che qualche settimana fa erano state esposte a pubblico ludibrio sui quotidiani locali per un episodio sì meritevole di censura (battibecchi fra opposte tifoserie al termine di una gara Giovanissimi), ma ridimensionato nella sostanza dopo un'attenta rilettura dei fatti da parte della Commissione d'Appello. Ebbene, scorro il Comunicato n. 19 di ieri e leggo di 12 (!!!) turni di squalifica inflitti a un giocatore della Juniores del San Benedetto Val Sambro, reo di aver insultato con frasi razziste un giocatore avversario di colore che aveva appena segnato una rete e di rivolto, all'atto dell'espulsione, frasi gravemente offensive nei confronti dell'arbitro. Vogliamo parlarne? O ignoriamo solo perché non ci sono filmati al riguardo da mandare in onda nei Tg?
Andiamo avanti. Per scoprire che negli Allievi provinciali al San Donato non è andata meglio. Nell'ordine: dirigente sospeso fino al 30/11 «per gravi proteste nei confronti dell'arbitro»; asisstente all'arbitro sospeso fino al 7/12 «per comportamento irriguardoso nei confronti dello stesso»; 3 giornate di squalifica a tre giocatori della squadra (9 in totale...) perché «a fine gara, nel corrodoio che accede allo spogliatoio dell'arbitro, insieme ad altro giocatori rivolgevano frasi gravemente lesive e offensive nella persona del medesimo, reiterandole per alcuni minuti».
Tav o non Tav (è solo Tavecchio il problema?), qualcuno si degnerà di far entrare anche queste questioni nel futuro programma di rilancio del nostro calcio o, come sempre, andiamo avanti all'insegna del "tutto va bene Madama la Marchesa"? 
Gianluca Grassi       

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione di Sasso Marconi-Colligiana

 
IL PUNTO

Testa e gambe per riassaporare il dolce gusto della vittoria

Un passo indietro. Per tornare all'obiettivo fissato a inizio campionato dalla società: una salvezza conquistata senza troppi patemi. Ripasso necessario per mettere bene a fuoco l'attuale classifica del Sasso Marconi e non fomentare inutili allarmismi: 16 punti in 14 gare, per una media di 1,14 che ci proietta verso i 43-44 punti finali, ovvero proprio là dove l'anno scorso ci si giocò nel Girone D la permanenza nella categoria. Si soffre, certo, ma non è una novità: perché si sapeva che questa sarebbe stata una stagione di assestamento. E adesso, un passo avanti. Per rendersi conto che d'ora in poi non ci sarà più tempo per avere paura e neppure spazio per calcoli o tatticismi. I gialloblù devono calarsi nel clima di quello che Renzo Ulivieri, all'epoca della sua panchina a Bologna, definì il “torneo dei bar”: bisogna cioé giocare ogni partita come se fosse a eliminazione diretta, con la stessa filosofia degli amatori, impegnandosi per divertirsi, con la giusta carica emotiva ma senza farsi trascinare dalle tensioni. È venuto il momento di mettere quel “qualcosina” in più in ogni zona del campo: più concentrazione in difesa, dove si è capito (anche a San Mauro Pascoli) che il minimo errore viene pagato a caro prezzo; più ritmo sulle fasce, per non subire quello degli avversari; più lucidità a centrocampo, dove mister Moscariello si aspetta un maggior contributo di idee in fase di costruzione; più determinazione e cinismo in attacco, dove Gyimah (in debito con la fortuna), Della Rocca (in crescendo di condizione) e Benatti (smanioso di ritrovare la condizione di inizio campionato) sanno di poter sempre contare sulle invenzioni e la caparbietà di capitan Noselli. La società resta vigile sul mercato e a dicembre non si farà scappare l'occasione per ampliare e irrobustire l'organico, ma nel frattempo, bisogna stare sul pezzo e mettere prezioso fieno in cascina. Dopo la Sammaurese, ecco un'altra diretta concorrente per la salvezza: arriva infatti al Carbonchi l'altalenante, e fin qui deludente, Colligiana. I tre punti (che, detto per inciso, mancano da sette turni: 15 ottobre, Sasso Marconi-Pianese 2-0), in questo caso, valgono doppio. Anche perché da dietro più di una squadra ha cominciato ad accelerare il passo: della Sammaurese, purtroppo, il Sasso ha avuto esperienza diretta, ma anche Castelvetro, Sansepolcro (che ha dilagato sul campo del Romagna Centro) e Correggese hanno compiuto significativi passi in avanti, accorciando di fatto la classifica. Il Sasso Marconi però non deve preoccuparsi degli altri, bensì tirare fuori tutte le sue risorse e andare in campo per fare bottino pieno. Bando alla politica della formichina, bisogna pensare in grande. 
 
L'AVVERSARIO – COLLIGIANA



Toscani alla ricerca di un colpo che li sblocchi

Storia quasi centenaria, quella della Colligiana. L'anno di fondazione del club risale infatti al 1922, quando l'attività calcistica era affiancata anche da quella di ginnastica e ciclismo. Affiliata quasi da subito alla Figc, la Colligiana vanta per lo più tradizione nei campionati dilettantistici e solo nel 2009 è approdata a livello professionistico, disputando due stagioni nella Seconda Divisione (ex C2) di Lega Pro. Esperienza breve e tutt'altro che fortunata, visto che una volta ritornata in D la società è fallita per gravi problemi finanziari e nel 2010 è dovuta ripartire dalla Terza categoria con la nuova denominazione ASD Colle Giovane, per essere poi ammessa l'anno seguente in Eccellenza come ASD Olimpia Colligiana e quindi promossa in D nel 2013. Per il quarto anno consecutivo i biancorossi sono allenati da Stefano Carobbi, ex calciatore professionista che da difensore ha collezionato più di 200 presenze in Serie A con le maglie di Fiorentina, Milan e Lecce a cavallo degli anni Ottanta-Novanta: col Milan ha vinto una Coppa dei Campioni (1990), due Supercoppe Uefa (1989, 1990) e due Coppe Intercontinentali (1989, 1990). Per lui anche 7 presenze nell'Under 21 e 3 nella Nazionale olimpica. Da tecnico si è formato invece nelle giovanili della Fiorentina, iniziando dai Pulcini per finire con i Giovanissimi. L'attuale stagione parla di una Colligiana che stenta a decollare (una sola vittoria nelle ultime 7 partite), specie in fase offensiva: appena 11 le reti messe a segno (6 delle quali da Bigoni, punta di notevole esperienza nella categoria, con ottimo rendimento a Carpi e Pistoia fra il 2008 e il 2013), quarto peggior attacco del girone. Eppure il 4-3-1-2 di Carobbi annovera elementi tutt'altro che sprovveduti, come il trequartista Pietrobattista (cresciuto nel Siena, da dove proviene anche la seconda punta Crisci, 19 anni), il terzino sinistro Benedetti (classe 1998, uscito dalla Primavera della Fiorentina) e soprattutto il 33enne Andrea Cristiano, 239 presenze in Serie B dal 2004 al 2015 con AlbinoLeffe, Ascoli, Empoli, Pro Vercelli e Varese. Va però detto della confortante (quanto sfortunata) prestazione fornita la scorsa settimana contro il capolista Fiorenzuola: gara coraggiosa, giocata a viso aperto, che però è costata l'espulsione (doppia ammonizione) all'esperto difensore Tafi, oggi squalificato insieme al compagno di reparto De Vitis, incorso nel quinto cartellino giallo. Due assenze che potrebbero pesare nell'economia della manovra ospite.  

LA ROSA DELLA COLLIGIANA

Portieri: Tommaso Del Bino (1993), Cesare Squarcialupi (1991).
Difensori: Simone Tinnirello (1998), Paul Brack (1981), Dario Benedetti (1998), Alessandro De Vitis (1994), Manuel Mussi (1992), Niccolò Galasso (1995), Tommaso Pierangioli (1997), Lorenzo Tafi (1991), Nicolò Cecchi (2000), Edoardo Lombardi (1999).
Centrocampisti: Marco Taddei (1999), Antonio Proietti (1997), Tommaso Scortecci (1996), Paolo Di Leo (1998), Edoardo Biagi (1997), Matteo Santi (1996), Andrea Cristiano (1984), Luca Pietrobattista (1988), Samuele Segoni (1999).
Attaccanti: Thomas Braglia (1998), Carlo Bigoni (1987), Francesco Crisci (1999), Mattia Fanti (1997), Yaris Gozzi (2000).

venerdì 10 novembre 2017

Calcio Giovanile - Giovanissimi, stabilita una "lettura" corretta di Boca-Barca Reno


Le parole hanno il loro peso. Noi giornalisti dovremmo saperlo bene, anche se spesso facciamo finta di dimenticarcelo. E dovrebbero averlo insegnato pure agli arbitri, che nel redigere un referto hanno il dovere, se non l'obbligo, di esporre fatti, situazioni e comportamenti nella loro più cruda e veritiera essenza, senza avere la pretesa di interpretarli o, peggio ancora, romanzarli. Come invece non di rado capita: ma dalle parti dell'AIA, nonostante ripetute segnalazioni delle società (una, l'anno scorso, arrivò pure dal sottoscritto: partita Murri-Fossolo, campionato Giovanissimi, con referto arbitrale "dettato" dalla moglie del fischietto presente fra il pubblico e non vi dico cosa saltò fuori...) non ci sentono. Tanto per capirci: "mischia" non fa rima con "rissa". È successo invece così in occasione della "chiacchieratissima" partita fra i Giovanissimi di Boca e Barca Reno, finita al centro di un polverone mediatico (in cui è entrato anche il nostro Bologna Sport Time, che dalle note disciplinari pubblicate nel Comunicato Figc di Bologna era partito per un ragionamento sulla mancanza di cultura sportiva che andava ben oltre l'episodio in questione) che aveva rammaricato non poco soprattutto i dirigenti del Boca, spiaciuti non solo per i pesanti provvedimenti disciplinari presi dal Giudice Sportivo, ma in particolare per la "cattiva pubblicità" data alla società per via di un referto che a loro dire aveva ingigantito e travisato non poco le scaramucce verificatesi al termine dell'incontro.
L'immediato ricorso, preso in esame dalla Corte di Appello Figc di Bologna, ha in effetti ridimensionato la portata dell'accaduto. Ed è buona norma giornalistica riportare la "correzione" dei provvedimenti. Il Boca sottolineava «che l’arbitro avrebbe esagerato nel riportare i fatti accaduti, che non si sarebbe creato nessun clima intimidatorio né nei confronti della squadra avversaria e nemmeno nei confronti dell’arbitro, che in realtà alcuni propri calciatori sarebbero stati oggetto di frasi ingiuriose per motivi razziali inspiegabilmente non avvertite e dunque non riportate dall’arbitro nel proprio referto e che, infine, al termine dell’incontro non ci sarebbe stata alcuna rissa con scambi di colpi violenti fra giocatori e sostenitori delle due squadre». La Corte, letto il supplemento di referto chiesto all'arbitro, ha ravvisato che «non si può effettivamente considerare come una vera e propria "rissa" quelle che lo stesso direttore di gara definisce con il termine "mischie", venutesi a creare a fine partita fra alcuni sostenitori e alcuni calciatori di entrambe le squadre. Per cui anche l’ammenda di € 200 inflitta alla società Boca Calcio risulta eccessivamente afflittiva».
Risultato: ammenda ridotta a € 150, mentre la squalifica ai due ragazzi del Boca che si erano ribellati agli insulti (nel caso di uno, ci sarebbe stato un evidente scambio di persona da parte dell'arbitro, ma la Corte non era in possesso di elementi tali da poterlo provare) è stata ridotta da 5 a 3 giornate. Insomma, la "maretta" c'è stata, improprio però parlare di zuffa e scazzottata da saloon western. Soddisfazione per il presidente del Boca Robert Curia, che insieme ad un altro allenatore della società ci aveva contattati per esternare tutta la sua delusione per l'eccessivo (e improprio) rumore sollevato dalla vicenda. Contenti per lui, e per la lodevole attività che il suo club da anni si sforza di fare in una realtà certo non facilissima, che sia stato negato ed escluso il contatto "fisico" fra le parti.
Resta tuttavia d'attualità il tema di una "agitazione" eccessiva su molti campi. Neanche a farlo apposta, ecco la (triste) conferma che arriva dal Comunicato n.18 di ieri, 9 novembre: fra Juniores, Allievi e Giovanissimi, relativamente alle gare del 4 novembre, si arriva a 35 (!!!) giornate di squalifica, di cui ben 13 comminate per proteste e insulti nei confronti dell'arbitro arrivati a fine gara. Aggiungiamoci le squalifiche di dirigenti e allenatori, che in alcuni casi arrivano fino a metà dicembre, e l'imbarazzante quadro è sotto gli occhi di tutti. Qui, mi spiace, il peso delle parole di un referto c'entra ben poco. Bando allora alle ipocrisie e facciamoci tutti un bell'esame di coscienza (anche chi scrive, perbacco: come genitore-dirigente-giornalista ho più "responsabilità" di altri) e cerchiamo di capire come cambiare strada. Quella giusta, non è certo questa… A disposizione per dare voce, spazio e visibilità a idee e progetti. La chiamata vale anche per Figc e Aia, ovviamente.
Gianluca Grassi

lunedì 6 novembre 2017

Calcio Dilettanti (Serie D) - Le pagelle di Sasso Marconi, Mezzolara e Imolese

Nella foto, Belcastro, unico a salvarsi nel naufragio dell'Imolese a Fiorenzuola

Queste le pagelle delle nostre tre squadre di Serie D tratte dalle pagine di Resto del Carlino e Corriere di Romagna.

SASSO MARCONI

Monari 6,5 - A inizio ripresa spaventa tutti con un'uscita avventata, ma compie almeno un paio di interventi provvidenziali.
Longhi 6 - Quello di terxino non è il ruolo a lui più congeniale, ma si disimpegna con mestiere e non va praticamente mai in affanno.
Boccaccini 6,5 - Ennesima prestazione sontuosa: è lui, per capacità e personalità, il leader difensivo gialloblù.
Zaccanti 6,5 - Con grande mestiere mette un paio di pezze in azioni che avrebbero potuto rivelarsi letali.
Cattabriga 6 - Come Longhi, non è un terzino, ma disputa un primo tempo ordinato e duttile. (1' st Blandamura 6 - Schierato a sinistra nonostante prediliga il piede destro, viene saltato solamente in una occasione).
Tonelli 6 - È lui il polmone della squadra: smista un'infinità di palloni e corre per tre.
Cortese 6 - Non è al top della condizione, ma compie un passo in avanti rispetto alle ultime prestazioni.
Piccardi 6 - Trottolino infaticabile, si rende protagonista di una bella azione a inizio ripresa, purtroppo non conclusa nel migliore dei modi. (7' st Gyimah 6 - Dà vivacità alla manovra offensiva).
Noselli 6,5 - Giocare ogni tre giorni non è semplice, ma alla fine tutte le azioni offensive passano dai suoi piedi.
Benatti 6 - In leggera flessione rispetto a inizio campionato, calcia in porta solo una volta. (20' st Minelli 6,5 - Entra col piglio giusto e sforna un bel cross per Noselli).
Della Rocca 5,5 - Un solo colpo di testa in 60' minuti di gara: deve crescere di condizione per fare la differenza. (31' st Gripshi 5,5 - La palla migliore per la vittoria capita sui suoi piedi, però non concretizza).
fonte Resto del Carlino

MEZZOLARA

Celeste 6,5 - Smanaccia lontano tutto quello che può, ma gli attaccanti del Rimini sbucano da tutte le parti e sono capaci di fare malissimo.
Melli 5 - È costretto a sudare le proverbiali sette camicie per tenere a bada Abdoul e molto spesso non gli riesce.
Bagnai 5 - Appare più solido rispetto al compagno di reparto, anche se i risultati non sono dei migliori. La rapidità di Ambrosini lo manda spesso in tilt.
Chmangui 5 - Alle difficoltà nel mettere la museruola agli avversari, si aggiungono quelle banali imprecisioni che rendono la sua domenica non esaltante.
Menini 5,5 - Ha meno grattacapi rispetto al compagno che viaggia sulla corsia opposta.
Rigon 5 - È praticamente costretto a stendere Cicarevic lanciato a rete al limite dell'area, beccandosi un "rosso" inevitabile.
Menarini 6 - Bello e inizialmente prezioso il suo gol dopo appena 12 minuti. Ma la festa finisce presto. (6' st Mezzetti 5,5 - Entra nella ripresa quando ormai tutto in mezzo al campo è terribilmente complicato).
Togni 5,5 - Prova a metterci qualità, ma spesso sbatte sul muro degli avversari. (42' st Mutti ng).
Saccà 6 - Quando mette il turbo crea sempre preoccupazione alla difesa romagnola. (36' st Raspadori ng).
Tommasini 5,5 - Sui suoi piedi non arrivano troppi palloni giocabili. Fa quello che può. (35' st Tedesco ng).
Karapici 5,5 - Si accende e si spegne senza trovare continuità. (28' st Faiola 5,5 - Nulla aggiunge a una partita che lo vede entrare a giochi fatti).
fonte Resto del Carlino

IMOLESE

Mastropietro 5 - Passa dal "concorso di colpa" sul primo gol alla dormita sul secondo.
Checchi 5 - Fa sfilare il cross di Nava anziché attaccare la palla. Errore fatale: Bigotto ringrazia.
S. Ferretti 5 - Inizialmente sembra cavarsela, poi crolla.
Garics 5,5 - L'ennesima partita da "niente di che", né come terzo centrale né come terzino destro.
Garattoni 5 - Di Leo ha la stessa fretta di espellerlo di chi chiude la valigia per le vacanze, ma fino a quel momento era stato un treno senza stazione.
Pellacani 4,5 - Brutta la vita quando attorno a te tutto scorre tantom troppo veloce. Un'ora di gioco in balia degli avversari. (16' st Galanti 6 - Entra e prova a darci dentro. Ma non può essere lui a cambiare la storia).
Valentini 5 - Dopo il quasi-gol dopo neanche un minuto, passa una partita a rincorrere.
Belcastro 6 - Primi 15 minuti da satanasso, nella ripresa segna il quarto gol stagionale che gli vale la suficienza. (40' st Salvatori ng: spiccioli).
Montanaro 5 - Sempre e comunque in sofferenza. (18' st Boccadamo 5: idem).
G. Ferretti 5 - Fa felice il pubblico di casa che lo becca dal 1', memore dei 6 gol subiti da lui nei due incroci dello scorso anno. (32' st Gavoci ng: poco da segnalare).
Titone 4,5 - Una domenica da accartocciare insieme alla palla-gol che doveva spedire in rete. (10' st Scalini 5: prova, senza riuscirci, a contenere la marea piacentina).
fonte Corriere di Romagna