venerdì 15 dicembre 2017

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione di Sasso Marconi-Mezzolara

 
IL PUNTO

Derby-salvezza per chiudere in... bellezza

Inutile girarci attorno. All'ultima giornata del girone di andata il Sasso sperava di arrivare in modo diverso. E non tanto per i 20 punti fin qui raccolti, che per una matricola della categoria possono perfino rappresentare un bottino discreto (anche se resta la consapevolezza di aver perso in più di una occasione la possibilità di tracciare una classifica ancora più tranquilizzante), quanto piuttosto per l'atteggiamento un tantino remissivo della squadra nella seconda parte del girone: una sola vittoria nelle ultime dieci gare (contro la Colligiana), 7 punti in tutto a fronte dei 13 collezionati nelle prime otto partite. Nulla è perso, sia chiaro, specie in una campionato che da sempre entra nella sua fase decisiva da gennaio in poi. Però è indubbio che l'incoraggiante inizio, accompagnato da tratti di forte personalità, non lasciava presagire il calo che l'ha invece seguito. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Lo scotto da pagare alla nuova realtà e l'inevitabile rodaggio che ne è scaturito sono serviti al tecnico e alla società per avere le idee più chiare sul reale valore dell'organico e per capire dove intervenire per cercare di migliorarlo. In sede di mercato qualcosa si è già fatto e qualcos'altro si farà nell'intento di rafforzare e rendere ancora più equilibrata una squadra che ha comunque dimostrato di meritare il palcoscenico della Serie D.
Il derby con il Mezzolara è chiusura d'anno solare decisamente delicata: da una parte, i gialloblù sono consapevoli che girare a quota 23 significherebbe mettere una solida pietra angolare nella costruzione della salvezza; dall'altra, un Mezzolara che, pur tra mille difficoltà, attraversate anche dal cambio di allenatore, ha dato qualche segnale di vita e l'eventuale bottino pieno al Carbonchi (guardando pure agli impegni proibitivi di Colligiana e Sansepolcro) vorrebbe dire per i biancazzurri agganciare quantomeno il treno dei playout. Dunque match da brividi (e non solo per il freddo...), molto aperto, dove un pareggio finirebbe per scontentare tutti. Su entrambi i fronti, sotto osservazione i reparti offensivi, vista la cronica difficoltà a inquadrare la porta avversaria: e qui, il valore aggiunto dell'esperienza potrebbe davvero fare la differenza a favore del Sasso Marconi.
Allargando la disamina al campionato in generale, la sensazione è che la rosa delle pretendenti alla promozione si sia ristretta a tre squadre: Fiorenzuola (difesa ermetica), Rimini (ambiente “elettrico”, un tantino sopra le righe, ma attacco che fa paura) e Imolese (cifra tecnica complessiva da categoria superiore). Il Villabiagio (non ha mezze misure: o vince o perde) resta una pericolosa mina vagante, mentre Montevarchi e Sangiovannese hanno rendimento troppo altalentante e la cura-Benuzzi, benché abbia già cominciato a produrre qualche effetto sul malconcio Forlì, deve fare i conti con un gap (-13 dalla vetta) che rende assai complicata la rimonta.
Ma intanto godiamoci questo derby, gustoso antipasto della partitissima di domani al Dall'Ara fra Bologna e Juventus. Bottiglie in ghiaccio, miccia accesa: forza ragazzi, vogliamo un fine d'anno col botto!

L'AVVERSARIO – MEZZOLARA

Società che sa navigare anche in acque agitate

Da piccola realtà con storia relativamente recente, visto che l'anno di fondazione risale “appena” al 1965 e che per quasi 15 anni l'attività svolta si è limitata esclusivamente alla sfera amatoriale, il Mezzolara ha rappresentato invece dall'inizio del nuovo secolo uno dei club più titolati del calcio bolognese, grazie anche alla straordinaria passione del compianto presidentissimo Pietro Zucchini: nel 2000 la prima storica promozione in Serie D, dove ha militato ininterrottamente fino ad oggi, con la sola eccezione del campionato 2003-2004, disputato in Eccellenza per precisa scelta della dirigenza budriese. Un'attività accompagnata sempre da un occhio di riguardo per il settore giovanile, curato con meticolosa dedizione e fiore all'occhiello della provincia nord-est. Dal 2010 al 2015, inutile negarlo, la storia del Mezzolara è stata segnata in modo profondo dalla presenza in campo di Fabio Bazzani, leader indiscusso e lusso assoluto per la categoria, dove è sceso con grande determinazione e totale disponibilità per una scelta di vita legata al matrimonio con la showgirl Alessia Merz: nel Mezzolara Bazzani ha realizzato 50 reti in 122 presenze, chiudendo qui la carriera di giocatore e sempre qui iniziando nel 2015-16 quella di allenatore; attualmente, è vice di Serse Cosmi ad Ascoli in B.
Quest'anno, complice un forte ridimensionamento del budget, la società ha puntato ancora di più su una rosa giovane e tutta da valorizzare, ma l'ingresso in panchina di Francesco Passiatore (lunga carriera da attaccante fra C1 e C2) non ha prodotto inizialmente i frutti sperati: appena 3 punti (per altrettanti pareggi) nelle prime sette giornate e il tecnico è stato messo da parte, con incarico assunto prima dal preparatore dei portieri Busi e quindi da Christian Ferrante (nella foto), ex portiere, allenatore laureato in scienze motorie, tuttora docente presso la Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie di Bologna. con lunga esperienza nei professionisti (da preparatore atletico e dei portieri) fra Lazio, Bologna, Fiorentina, Modena e Salernitana. Con Ferrante la squadra ha preso coraggio e si è disposta meglio in campo, conquistando due vittorie (entrambe in trasferta, contro Trestina e Castelvetro) e quattro pareggi (prestigioso quello casalingo contro il capolista Fiorenzuola), giocandosela sempre contro tutti (fatta eccezione per l'1-4 rimediato a Rimini), ma spesso è stata punita da errori individuali e di reparto che hanno confermato una congenita fragilità strutturale. Il diesse Calzolari è già intervenuto sul mercato riportando a casa (da Sestri Levante, via Imolese) Francesco Bolelli, il centrocampista mancino di gamba che mancava, e l'attaccante di origine albanese Rivolino Gavoci, 26 anni, ex Imolese, prima punta chiamata a dare peso e sostanza a una prima linea un po' leggera , con 15 reti realizzate finora fra i peggiori attacchi del girone. Meritano una citazione il centrale Andrea Bagnai, scuola Fiorentina, e l'efficace esterno destro (alto o basso, fa poca differenza) Federico Melli, forte di trascorsi giovanili nel Bologna e nella Spal. 
 

LA ROSA DEL MEZZOLARA
Portieri: Gianmarco Celeste (1996), Filippo Giannelli (1995), Matteo Malagoli (1995).
Difensori: Andrea Bagnai (1992), Chmangui Said (1996), Davide Dongellini (1998), Gabriele Grandini (2000), Lorenzo Melli (1995), Arian Mrsulja (1998), Andrea Pappaianni (1993), Alex Pelliconi (1999), Luca Menini (1997).
Centrocampisti: Francesco Bolelli (1998), Francesco Menarini (1997), Giovanni Mezzetti (1995), Andrea Mutti (2000), Niccolò Rigon (1999), Romulo Togni (1982), Francesco Tomatis (1997), Alessandro Faiola (1998).
Attaccanti: Rivolino Gavoci (1991), Enrico Raspadori (1997), Emmanuele Tedesco (1998), Christian Tommasini (1998), Carmine De Stefano (1992).

sabato 2 dicembre 2017

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione del derby Sasso Marconi-Imolese

Nella foto, Luigi Della Rocca (Sasso Marconi) in azione contro la Pianese.

IL PUNTO

Il Sasso vuole farsi un bel regalo di Natale

Tre giornate al termine del girone di andata, con un calendario decisamente stimolante che propone i due attesi derby casalinghi (Imolese e Mezzolara) separati dalla trasferta contro il Romagna Centro. In vista del Natale, un menù che potrebbe rivelarsi brodo grasso per insaporire e rendere ancora più gustosa la classifica dei gialloblù, finora in linea (e forse un pizzico oltre) con le attese d'inizio stagione. Mai dimenticare infatti che il Sasso Marconi ha affrontato lo storico debutto nel campionato di Serie D con la consapevolezza di essere una squadra “work in progress”, da plasmare con pazienza e testare un passo alla volta, sapendo di avere fra le mani un gruppo dalle potenzialità buone ma ancora tutte da esplorare in questa categoria, a parte i tre o quattro riferimenti di esperienza. E mai dimenticare che, per precisa filosofia societaria, si è scelto di conservare, nel budget e nell'organizzazione, uno status prettamente dilettantistico, ad esempio con allenamenti programmati alla sera per venire incontro alle esigenze lavorative del mister e di alcuni giocatori. Ecco, un discorso completamente opposto a quello dell'Imolese, di cui parliamo a parte, e di molte altre squadre che occupano le prime piazze (Fiorenzuola, Rimini, Montevarchi, Sangiovannese, Forlì, Lentigione), forti di tradizioni e ambizioni da autentici club professionistici.
Sasso che cresce. Non solo per i quattro punti raccolti nelle ultime due gare (molto importante, per aumentare l'autostima, il pareggio di Lentigione), per di più mantenendo inviolata la porta di Monari (migliorando decisamente la media dei gol subiti), ma soprattutto per l'equilibrio raggiunto dai gialloblù, solidi e concentrati in difesa (dove giganteggia un imperioso Boccaccini) e comunque pronti a non farsi scappare l'occasione giusta per colpire in avanti, confortati anche dal primo gol di Gigi Della Rocca che va al di là del semplice valore statistico, evidenziando una forma ormai ritrovata che da qui in avanti siamo sicuri si rivelerà “fattore” determinante, se non addirittura decisivo. Inoltre, fa piacere constatare il rapido ambientamento dei giovani, da Tonelli a Piccardi, da Monari a Gyimah, da Iysa a Hinek, e il forte senso di appartenenza di chi, a Sasso, è di casa da sempre, vedi Longhi e Minelli. Quanto all'Imolese, indicata fra le più autorevoli pretendenti alla promozione, è sì avversaria da temere (ha cifra tecnica “illegale” in D) ma che può essere messa in difficoltà approfittando dei (non rari) momenti in cui tende a specchiarsi e a giocare con una certa sufficienza. Mancherà capitan Noselli (squalificato), assenza che non può passare inosservata, e qualche altro giocatore è uscito acciaccato dalla trasferta di Lentigione, ma mister Moscariello e la sua band sapranno fare di necessità virtù. Dai Sasso, facciamoci un bel regalo di Natale!

L'AVVERSARIO – IMOLESE

Nati per vincere, rossoblù sotto pressione

A due anni dalla festa del Centenario (la fondazione risale al 1919), l'Imolese prosegue a passo spedito nel progetto di crescita iniziato quattro anni fa, all'indomani del playoff di Eccellenza vinto sotto la guida tecnica di Franco Farneti, grazie alla dinamica e pretenziosa gestione del presidente Lorenzo Spagnoli, che smessi gli abiti del calciatore (ex capitano rossoblù ma in campo pure nel Cervia che spopolò in tv grazie al reality “Campioni”) sta dimostrandosi anche eccellente dirigente, con passione e competenze in grado di coinvolgere una città da sempre “concentrata” , affettivamente ed economicamente, sui motori: non è un caso che lo stadio “Romeo Galli”, piccolo gioiellino dalla capienza di 3.500 posti, sorga all'interno dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari, a pochi passi dalla pit lane. Imolese che ha toccato il suo massimo splendore calcistico prima a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (in Serie C dal 1940 al 1949: piccola curiosità, nell'ultimo anno di Terza Serie sedeva in panchina Amadeo Biavati, ala destra del Grande Bologna, con cui ha vinto quattro scudetti, campione del mondo con la Nazionale nel 1938, celebre per il suo “doppio passo”) e poi agli inizi del Duemila (in C2 dal 1999 al 2005, quando venne esclusa per irregolarità nel bilancio e costretta a ripartire dall'Eccellenza). 
Smaltita la cocente delusione della passata stagione, quando un pessimo scorcio finale di campionato, dopo essere stati a lungo protagonisti, relegò i rossoblù al secondo posto (dietro il Ravenna), la società è ripartita con rinnovate ambizioni, protagonista di un mercato in cui non si è badato a spese pur di arrivare a giocatori di spessore quali Franchini, Titone (nella foto a sinistra), Belcastro, Valentini (30enne figlio d'arte: papà Gabriele, ex centrocampista del Cesena Anni 70-80, è tuttora direttore generale del club bianconero), Checchi, per continuare con il “colpo” Garics (per il quale però voci insistenti dicono che la dirigenza stia studiando una “dignitosa” exit strategy) e finire con i recentissimi innesti del portiere Rossi (protagonista in C nel Bassano), del difensore Boccardi (gradito ritorno per l'ex scuola Fiorentina) e del regista Federico Carraro, svincolatosi dal Modena fallito.
La partenza è stata però delle più burrascose, con esonero dell'allenatore (Emanuele Filippini, oltre 200 presenze in A con Brescia, Parma, Lazio, Treviso e Livorno, a Bologna in B nel 2006-2007) ancora prima dell'inizio del campionato e subentro in corsa di Massimo Gadda. “Trauma” che la squadra ha faticato a metabolizzare (due sconfitte nelle prime tre giornate), ma poi alla lunga i valori dell'Imolese sono venuti fuori, specie davanti (secondo miglior attacco del girone), dove il confermatissimo Gustavo Ferretti (El Rulo, il riccio, autore di 6 reti) ha trovato in Belcastro (7 centri, mina vagante sulla trequarti), nelle improvvise accelerazioni di Titone (3 gol) e negli inserimenti del “tuttocampista” Valentini, preziosi alleati. Ma proprio la pressione del dover “vincere a tutti i costi” potrebbe giocare brutti scherzi alla formazione imolese.


LA ROSA DELL'IMOLESE
Portieri: Gia Maria Rossi (1986), Edoardo Mastropietro (1997).
Difensori: Luigi Graziano (2000), Filippo Boccardi (1997), Lorenzo Checchi (1991), Andrea Torta (1989), Gyorgy Garics (1984), Pietro Guatieri (1998), Santiago Ferretti (1995), Pierluigi Montanaro (1999), Alessandro Garattoni (1998), Antonio Boccadamo (1999).
Centrocampisti: Giorgio Galanti (2000), Filippo Pellacani (1998), Michele Valentini (1986), Alessandro Miotto (1998), Nicolò Scalini (1995), Matteo Salvatori (1999), Federico Carraro (1992), Luca Belcastro (1991), Davide Borrelli (1985).
Attaccanti: Raffaele Franchini (1984), Mario Titone (1988), Marco Tattini (1990), Gustavo Ferretti (1984), Rivolino Gavoci (1991).