venerdì 10 novembre 2017

Calcio Giovanile - Giovanissimi, stabilita una "lettura" corretta di Boca-Barca Reno


Le parole hanno il loro peso. Noi giornalisti dovremmo saperlo bene, anche se spesso facciamo finta di dimenticarcelo. E dovrebbero averlo insegnato pure agli arbitri, che nel redigere un referto hanno il dovere, se non l'obbligo, di esporre fatti, situazioni e comportamenti nella loro più cruda e veritiera essenza, senza avere la pretesa di interpretarli o, peggio ancora, romanzarli. Come invece non di rado capita: ma dalle parti dell'AIA, nonostante ripetute segnalazioni delle società (una, l'anno scorso, arrivò pure dal sottoscritto: partita Murri-Fossolo, campionato Giovanissimi, con referto arbitrale "dettato" dalla moglie del fischietto presente fra il pubblico e non vi dico cosa saltò fuori...) non ci sentono. Tanto per capirci: "mischia" non fa rima con "rissa". È successo invece così in occasione della "chiacchieratissima" partita fra i Giovanissimi di Boca e Barca Reno, finita al centro di un polverone mediatico (in cui è entrato anche il nostro Bologna Sport Time, che dalle note disciplinari pubblicate nel Comunicato Figc di Bologna era partito per un ragionamento sulla mancanza di cultura sportiva che andava ben oltre l'episodio in questione) che aveva rammaricato non poco soprattutto i dirigenti del Boca, spiaciuti non solo per i pesanti provvedimenti disciplinari presi dal Giudice Sportivo, ma in particolare per la "cattiva pubblicità" data alla società per via di un referto che a loro dire aveva ingigantito e travisato non poco le scaramucce verificatesi al termine dell'incontro.
L'immediato ricorso, preso in esame dalla Corte di Appello Figc di Bologna, ha in effetti ridimensionato la portata dell'accaduto. Ed è buona norma giornalistica riportare la "correzione" dei provvedimenti. Il Boca sottolineava «che l’arbitro avrebbe esagerato nel riportare i fatti accaduti, che non si sarebbe creato nessun clima intimidatorio né nei confronti della squadra avversaria e nemmeno nei confronti dell’arbitro, che in realtà alcuni propri calciatori sarebbero stati oggetto di frasi ingiuriose per motivi razziali inspiegabilmente non avvertite e dunque non riportate dall’arbitro nel proprio referto e che, infine, al termine dell’incontro non ci sarebbe stata alcuna rissa con scambi di colpi violenti fra giocatori e sostenitori delle due squadre». La Corte, letto il supplemento di referto chiesto all'arbitro, ha ravvisato che «non si può effettivamente considerare come una vera e propria "rissa" quelle che lo stesso direttore di gara definisce con il termine "mischie", venutesi a creare a fine partita fra alcuni sostenitori e alcuni calciatori di entrambe le squadre. Per cui anche l’ammenda di € 200 inflitta alla società Boca Calcio risulta eccessivamente afflittiva».
Risultato: ammenda ridotta a € 150, mentre la squalifica ai due ragazzi del Boca che si erano ribellati agli insulti (nel caso di uno, ci sarebbe stato un evidente scambio di persona da parte dell'arbitro, ma la Corte non era in possesso di elementi tali da poterlo provare) è stata ridotta da 5 a 3 giornate. Insomma, la "maretta" c'è stata, improprio però parlare di zuffa e scazzottata da saloon western. Soddisfazione per il presidente del Boca Robert Curia, che insieme ad un altro allenatore della società ci aveva contattati per esternare tutta la sua delusione per l'eccessivo (e improprio) rumore sollevato dalla vicenda. Contenti per lui, e per la lodevole attività che il suo club da anni si sforza di fare in una realtà certo non facilissima, che sia stato negato ed escluso il contatto "fisico" fra le parti.
Resta tuttavia d'attualità il tema di una "agitazione" eccessiva su molti campi. Neanche a farlo apposta, ecco la (triste) conferma che arriva dal Comunicato n.18 di ieri, 9 novembre: fra Juniores, Allievi e Giovanissimi, relativamente alle gare del 4 novembre, si arriva a 35 (!!!) giornate di squalifica, di cui ben 13 comminate per proteste e insulti nei confronti dell'arbitro arrivati a fine gara. Aggiungiamoci le squalifiche di dirigenti e allenatori, che in alcuni casi arrivano fino a metà dicembre, e l'imbarazzante quadro è sotto gli occhi di tutti. Qui, mi spiace, il peso delle parole di un referto c'entra ben poco. Bando allora alle ipocrisie e facciamoci tutti un bell'esame di coscienza (anche chi scrive, perbacco: come genitore-dirigente-giornalista ho più "responsabilità" di altri) e cerchiamo di capire come cambiare strada. Quella giusta, non è certo questa… A disposizione per dare voce, spazio e visibilità a idee e progetti. La chiamata vale anche per Figc e Aia, ovviamente.
Gianluca Grassi

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