venerdì 27 ottobre 2017

Anna Frank, il Modena, due squadre di Giovanissimi


L'oltraggio laziale alla memoria dell'ebrea Anna Frank. Il fallimento annunciato del Modena Calcio. La rissa nel bolognese fra i Giovanissimi provinciali di Boca e Barca Reno. In meno di una settimana, il calcio ha dato il peggio di sè. E i tre episodi sono in relazione molto più stretta di quanto possa sembrare. Ciò che li unisce è il mortificante deserto valoriale che accompagna l'evento, la gestione, la pratica. Lo "sport per tutti, di tutti e con tutti" è diventato in realtà becera nicchia di violento fanatismo, di sfacciato utilitarismo, di malsano qualunquismo, di irridente protagonismo. Ore e ore a (s)parlare (radio, tv, web, poco importa) senza che si faccia seriamente cultura sportiva, travolti da uno tsunami di immagini e opinioni fine a se stesse, proni alla logica dell'apparire e quanto mai fragili alla prova dell'essere. Tu chiedi a un tredicenne, magari laziale, magari di quelli fermati (a caso…) dalla Digos, chi era Anna Frank: e lui, forse, non ti risponderà. Tu chiedi ai tanti improvvisati faccendieri che infestano il nostro calcio (Caliendo e Taddeo sono in ottima compagnia) il progetto che hanno per un Modena qualsiasi: e loro, abilissimi Caronti del nulla, ti condurranno fra le anime dannate dell'Inferno pedatorio. Tu chiedi a tuo figlio perché gioca a calcio: e forse ti risponderà che lo fa per diventare campione e far contenti papà e mamma. Costi quel che costi. Anche a prezzo di una vergognosa rissa come quella a cui hanno dato vita sabato scorso a Bologna i Giovanissimi di Boca e Barca Reno. Bilancio: 200 euro di multa al Boca, perché durante la gara una ventina di sostenitori offendevano e minacciavano gravemente l'Arbitro, incitando i propri calciatori a protestare contro ogni sua decisione, creando peraltro un clima teso e aggressivo anche nei confronti dei calciatori avversari. A fine gara alcuni genitori dei calciatori venivano alle mani con i genitori dell'altra squadra creando, una vera e propria rissa; 100 euro di multa al Barca Reno, perché a fine gara alcuni genitori dei calciatori venivano alle mani con i genitori dell'altra squadra creando una vera e propria rissa; squalifica fino al 26 novembre al dirigente del Boca addetto all'arbitro, perché non tutelava l'arbitro nel tragitto campo-spogliatoio, in quanto il direttore di gara era oggetto di gravi minacce e offese da parte di alcuni tesserati; squalifica fino al 16 novembre all'allenatore del Boca, per comportamento intimidatorio nei confronti dell'arbitro; squalifica di 5 giornate ciascuno a due ragazzini del Boca che a fine gara, insieme ad altri compagni (peraltro non riconosciuti dall'arbitro), circondavano lo stesso proferendo al suo indirizzo frasi gravemente minacciose e offensive.
Anna Frank, il Modena, due squadre di Giovanissimi che vanno alla guerra: se questo è sport...
Gianluca Grassi

giovedì 26 ottobre 2017

Bologna, una sconfitta che parla


Bologna-Lazio il giorno dopo. Una sconfitta che brucia, dice Donadoni. Che dalla sua squadra, dopo il primo gol, si aspettava un altro tipo di reazione. Diversa la mia lettura. Il ko interno contro la Lazio (una Signora Lazio, almeno per un'ora) potrà anche bruciare, perché in fondo il pareggio non sarebbe stato uno scandalo, ma almeno ha il pregio di "parlare". Dando indicazioni sulle quali  conviene ragionare, soprattutto pesando a quel che sarà, o dovrebbe cercare di essere, il mercato-invernale del Bologna.
Il sunto del mio discorso è che la coperta rossoblù è molto più corta di quanto non dica l'attuale pletorica rosa, infarcita di tanti giocatori che la scorsa estate la stessa società non esitava a definire "esuberi" e che invece, per un motivo o per l'altro, sono rimasti. Peraltro come semplici "numeri" di maglia. Perché Krafth non vale Mbaye e forse neppure un Torosidis appena appena in salute. Perché De Maio (e Gonzalez) fanno rimpiangere assai il Maietta cristallo di Boemia. Perché Crisetig non ha l'impatto né caratteriale né fisico di Pulgar, fondamentale per fare schemo davanti alla difesa, e nel contempo Pulgar non vale Poli (inamovibile) nel ruolo di interno destro. Perché Krejci, inutile girarci attorno, non ha la propensione offensiva di un Di Francesco (nel 4-3-3, in prima linea, non basta correre e rincorrere: prima o poi, la porta devi pure guardarla…). Perché a Masina (che si applica e ci prova, da bravo ragazzo qual è) il salto di qualità non riesce: prima era un (forte) dubbio, ora è una (acclarata) certezza. Perché questo Destro, finché il "nonno insuperabile" (Palacio) sarà sorretto dalle attuali scariche adrenaliniche, fa fatica perfino a essere considerato una seconda scelta (da 2 milioni di euro l'anno, pensa te…). E non oso immaginare cosa succederebbe se un giorno si materializzasse in campo il fantasma di Avenatti, magari azzeccando il gol alla prima mossa (hai visto mai…).
Ergo: prima di parlare di Europa (boutade che solo l'agonizzante Corriere dello Sport-Stadio può ipotizzare), sarà meglio vaccinare contro l'influenza la ristretta base titolare e magari pensare in fretta di mettere un rabbocco di carburante nel serbatoio di Donadoni. Nel Gp di Serie A il Bologna ha dimostrato di poter andare a punti (9°-10° posto?) e sarebbe un peccato restare senza benzina in vista del traguardo di maggio.
Gianluca Grassi

Calcio Dilettanti - Gli highlights dell'ultimo match della Sangiovannese, prossimo avversario del Sasso Marconi

Calcio Giovanile - Sasso Marconi-Bologna, parte il progetto BFC365


La mail di conferma è stata appena spedita. Il settore giovanile del Sasso Marconi entra a far parte del progetto “BFC365” che il Bologna Football Club 1909, su forte spinta del presidente Joey Saputo, ha proposto a tutte le società dell'hinterland felsineo. Una collaborazione che, come ha spiegato il responsabile del vivaio rossoblù Daniele Corazza nell'incontro di presentazione che si è tenuto allo Stadio Dall'Ara il 16 ottobre, si basa su presupposti molto diversi rispetto al passato. Nessuna finalità di marketing o merchandising (leggi acquisto “obbligato” di abbigliamento ufficiale Bfc), nessun costo di affiliazione. Bensì la concreta possibilità di usufruire, in modi e tempi diversi nell'arco di tre anni, dell'intero “know-how” del Bologna Fc in materia di calcio giovanile. Che tradotto, significa: corsi organizzati per tecnici-educatori, per preparatori atletici e dei portieri, per affinare la ricerca del talento sul territorio (scouting) e per conoscere le metodologie di allenamento del Bologna; visite concordate al Centro Tecnico Galli; tornei e partite specifiche per le società affiliate; visibilità su Bfc Tv; crescita e sviluppo dei giovani più promettenti; interazione con la realtà dei Montreal Impact; biglietti omaggio per assistere alle partite del Bologna in specifici settori riservati; possibile contributo economico che suggelli in modo concreto l'accordo e l'eventuale scambio di giocatori; sbocchi lavorativi all'interno del Bologna calcio. Una volta stipulata la convenzione e designati per ciascuna società i referenti del progetto (per il Sasso Marconi sarà Pietro Pistone, allenatore dei Giovanissimi interprovinciali 2004, con la supervisione di Lorenzo Legnani), il piano diventerà operativo del primo dicembre, per poi tracciare a fine giugno una prima valutazione degli obiettivi raggiunti. Uno stimolo in più per la società del presidente Alessandro Pozzi e del dg Giancarlo Ducci, che non ha voluto farsi sfuggire questa importante opportunità di crescita, di sviluppo e di miglioramento della propria attività, conscia che il costante aggiornamento e il puntuale confronto con una realtà così qualificata come il Bologna possa portare innegabili benefici alla proposta formativa ed educativa rivolta dei 320 ragazzi tesserati quest'anno (prima squadra e Juniores esclusi dal conto).

Calcio Dilettanti (Serie D) - Il punto e la presentazione di Sasso Marconi-Sangiovannese


IL PUNTO

Cinismo fa rima con ottimismo

I numeri parlano chiaro. Il Sasso è, per ora, una squadra “da viaggio”. Dei 14 punti fin qui raccolti, ben 10 sono arrivati infatti dalle trasferte (vittorie con Montevarchi, Correggese e Castelvetro, pareggio a reti bianche domenica scorsa a Ponte Egola con il Tuttocuoio, pesante “manita” incassata a Fiorenzuola) e soltanto 4 quelli raccolti sul terreno (poco) amico del Carbonchi: una vittoria con la Pianese, un punto con il Sansepolcro e tre ko con Trestina, Rimini e Forlì. Una sorta di reazione allergica all'aria di casa che va curata quanto prima, perché più avanti certi punti lasciati per strada potrebbero suscitare parecchi rimpianti (emblematica la sconfitta infrasettimanale contro Forlì, con tanto di palo, rigore sbagliato e infruttuosa superiorità numerica per tutto il secondo tempo). La Sangiovannese offre però subito l'occasione per ribaltare il negativo trend interno. Attenzione, trattasi di avversario da maneggiare con cautela (seconda miglior difesa del girone e soprattutto nessuna sconfitta esterna, a fronte di 3 vittorie e 2 pareggi), ma i gialloblù di Moscariello, più che guardarsi dalle indubbie qualità dei toscani, devono scommettere sulla propria capacità di fare gioco (Cortese e Tonelli, in materia, possono fare la differenza) e creare palle-gol, ritrovando magari quel cinismo e quella precisione sotto porta che sono mancate (vuoi per sfortuna, vuoi per errori di mira) nelle ultime due gare. Il potenziale offensivo garantito da Noselli, Benatti, Gyimah, Gripshi e Della Rocca (Gigi sta mettendo insieme sempre più minuti nelle gambe e una bella iniezione di fiducia gliela regalano anche i ragazzini del settore giovanile con i quali ha iniziato a lavorare durante la settimana, accettando con entusiasmo di affiancare i vari allenatori) è decisamente tanta roba per la categoria. Si tratta solo di ritrovare un pizzico di convinzione e scioltezza al momento di concludere a rete. Da sottolineare anche la crescita esponenziale di Matteo Boccaccini, valore aggiunto in difesa e all'occorrenza... prezioso bomber di scorta. Insomma, match tutto da gustare. Come le prelibatezze a base di tartufo che invaderanno le strade di Sasso nella TARTUFESTA programmata per questo e per il prossimo weekend (e in aggiunta, il primo novembre).


L'AVVERSARIO – SANGIOVANNESE

La favola di Sarri ha avuto inizio qui

Il pallone racconta di una storia affatto banale, quella iniziata nel 1927 a San Giovanni Valdarno per merito dell'avvocato Alfredo Merlini. Perché i 90 anni di vita del club biancazzurro sono stati attraversati da personaggi di chiara fama, che qui hanno trovato l'ideale trampolino di lancio verso prestigiosi traguardi calcistici. All'inizio del Duemila, il decennio d'oro che porta la Sangiovannese a un passo dalla Serie B: prima la promozione in C2 firmata nel 1999-2000 da Leonardo Acori (in seguito protagonista nel torneo cadetto sulle panchine di Rimini e Livorno), poi il timone affidato nel 2002 a un altro tecnico rampante come Giuseppe Sannino (sesto posto finale, con attacco composto nientemeno che da Ciccio Baiano e dal “barba” Moscardelli), quindi nel 2003 la scoperta di tale... Maurizio Sarri, ex impiegato di banca che in tre stagioni aveva condotto il Sansovino dall'Eccellenza alla C2. Scelta che si rivela vincente, perché questo carneade maniaco degli schemi sulle palle inattive (e che per questo all'epoca suscitava in tribuna stampa battutine ironiche e maliziose) trascina subito la Sangiovannese in C1 e l'anno seguente si piazza ottavo. Sissignori, quel Sarri che ha modellato il Napoli-spettacolo e che adesso fa scuola, tanto che il collega Pep Guardiola lo pone fra i più bravi d'Europa. Tornando alla Sangiovannese, un'altra stagione di gloria con Piero Braglia in sella: giugno 2006, mentre l'Italia di Lippi dà la scalata al quarto titolo iridato, i biancazzurri si fermano a un passo dalla B, sconfitti nella semifinale playoff dal Frosinone che poi salirà. Ultimi bagliori prima del fallimento datato 2011 che costringe i toscani a ripartire dall'Eccellenza. Oggi parliamo di una squadra che, ripescata in estate, ha cambiato radicalmente volto (21,7 anni l'età-media della rosa), mixando giovani promesse (vedi il laterale sinistro Nannini, classe 1999, cresciuto nelle giovanili di Fiorentina e Prato, bravo in entrambe le fasi, e l'esterno offensivo Kernezo, 20 anni, proveniente dal Pisa) a giocatori di lungo corso come il centrale Calori (37 anni, ex Poggibonsi, 18 presenze in B nel Mantova 2007-08 e 234 fra C1 e C2 con le maglie di Sangiovannese, Pisa, Perugia, Taranto e Giacomense) e i mastini di centrocampo Mugelli (91) e Scoscini (90). In prima linea, occhi puntati sul puntero Jukic (1993, attaccante centrale arrivato dall'Almas Roma) e sul trequartista italo-albanese Keqi (1996), entrambi autori di 3 reti, terminali del 4-2-3-1 (variabile in 4-3-1-2) prescelto dal tecnico Agostino Iacobelli, 54 anni, originario di Torre del Greco.

LA ROSA DELLA SANGIOVANNESE
Portieri: Thomas Scarpelli (1993), Andrea Valoriani (1997).
Difensori: Matteo Bini (1996), Simone Calori (1980), Lorenzo Bindi (1998), Cosimo Nannini (1999), Francesco Testi (1998), Christian Kouaido (1998), Federico Papini (1999), Giovanni Bilaj (1998).
Centrocampisti: Emanuele Bindi (1998, Samuele Mugelli (1991), Manuel Sinatti (1997), Tommaso Lunghi (1999), Matteo Scoscini (1990), Niccolò Mazzeschi (1999), Lorenzo Bordo (1996).
Attaccanti: Daniele Bucaletti (1996), Massimo Camilli (1995), Kristian Keqi (1996), Andrea Jukic (1993), Andrea Sichei (1998), Gianmarco Regoli (2000), Gabriele Kernezo (1997).