martedì 17 gennaio 2017

La "guerra santa" del Tosco contro certa stampa alla ricerca di un posto al sole


Il Tosco ci è andato giù peso, senza prenderla troppo alla larga. Con i suoi modi. Che possono piacere o meno, ma che hanno il non disprezzabile merito di aver finalmente gettato un sasso nello stagno melmoso del giornalismo di casa nostra. Il conduttore di Made in Bo, trasmissione-cult di riferimento del tifo rossoblù più caldo e genuino, in onda dal lunedì al venerdì su Radio Internatuional (97.3, dalle 18 alle 20), ha puntato il dito contro i mal di pancia di certa stampa bolognese che, dopo il successo di sabato a Crotone e la virtuale salvezza ad esso collegata, anziché applaudire il buon secondo tempo della squadra (seguito a una prima frazione orrida, va detto per amore di verità) ha spostato l'analisi sul futuro, parlando di stagione finita, di squadra ormai con la testa alle vacanze, di mancanza di obiettivi, di strategie societarie al ribasso, impastate di esagerata prudenza, di inopportuna “dipendenza” da Montreal. Un pensiero, riassunto nel doppio intervento firmato lunedì sul Corriere di Bologna da Guido De Carolis e Luca Bottura, e (pur con accenti diversi) ripreso dai microfoni di Radio Nettuno da Alberto Bortolotti, che ribadisce (fosse servita un'ulteriore conferma) come certi “milordini” dell'informazione non la trovino mai pari, comunque vada, compiaciuti di rappresentare quel partito d'opposizione in servizio permanente che si nutre e si autoalimenta del proprio “essere contro”. Contro Guaraldi ieri, contro Saputo oggi, contro chiunque si affaccerà sotto le Due Torri domani. A prescindere.
E allora avanti con il saccente “pistolotto” di De Carolis (figlio d'arte abruzzese che a Milano, responsabile dello sport del Corriere della Sera, ha riposto subito nel cassetto il senso di gratitudine verso la città che l'ha adottato e l'humus professionale che l'ha cresciuto con... paziente benevolenza): «...Il compiacimento è il grande male del Bologna, abituato da tempo a non chiedere, non osare. Troppe volte sotto i portici è risuonato quel “basta arrivare quartultimi”, elogio alla mestizia. Un pensar male, riflesso in campo e in ogni angolo di una città spenta, scivolata da anni nell'anonimato, uscita dai radar del calcio e della politica, dal Paese che conta. Bologna fuori da Bologna non esiste: è la verità... A cosa serve uin proprietario milionario, se per fare un passo deve sempre aggrapparsi a una corda di sicurezza? Sì, sì, grazie tanto e di cuore signor saputo per aver salvato il Bologna. Possiamo però ora sperare di costruire una squadra almeno al livello della Fiorentina senza doverci mettere una decina di anni?...».
E avanti con il “pezzo di rottura” di Luca Bottura (voce di Radio Capital, autore doc, fustigatore eccellente di usi e costumi, ma ormai molto distante dalla vena critico-sportiva che l'ha lanciato...): «... Ecco, per carità, grazie per i 70 milioni e tutto il resto, sia innalzata la litania in disonore di Guaraldi e il peana per chi ci ha messo la pilla (ma non ha saputo gestire la personalità di Tacopina e Corvino). Però quando qualcuno dice che il mercato è questo e ringraziare, confermando che siamo definitivamente gli Impact B, prima o poi c'è caso che qualcuno esca dal coro e dica: «Sai che mi sono rotto?».
Rotta, incazzata e “maigoduta”, in realtà, è proprio questa stampa. Che abbagliata dal portafogli di Saputo si vedeva già in giro per l'Europa, sotto la luce dei riflettori della nobiltà pedatoria, stravaccata in lussuosi alberghi a cinque stelle, pronta a ingrassare le note spese del giornale con cene pantagrueliche annaffiate da pregiate bottiglie doc (i giornalisti, in questo, sono maestri...), impegnata in reportage da prima pagina, sguinzagliata dietro i più pagati campioni del Continente, da Messi a CR7, smaniosi di vestire la divisa rossoblù. Tutto e subito. Grazie al Messia Saputo, che speravamo potesse distruggere e ricostruire il tempio, pardon il Dall'Ara, in tre giorni. E che invece adesso, si lagna De Carolis, «forse ce lo consegnerà in tre-quattro anni».
Guai parlare di programmazione, di progetto, di strategia. Tutte fandonie, ci dice il Quarto Potere. Che, impegnato com'è a denigrare e osteggiare, si dimentica perfino di dire che stasera il Bologna gioca negli ottavi di Coppa Italia a San Siro contro l'Inter. E qualche centinaio di “coglioni”, sfidando il freddo meneghino, salirà da Bologna per tifare. Una squadra che, per De Carolis, Bottura e i loro sodali, non esiste...                     

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